Le vetrate artistiche di Arezzo
Arezzo, una delle città più affascinanti della Toscana, custodisce un patrimonio unico: le vetrate artistiche di Arezzo conservate nel suo Duomo, un gioiello che arricchisce l’arte vetraria italiana.
Situata in un passaggio naturale degli Appennini, Arezzo ha origini pre-etrusche e ha giocato un ruolo fondamentale sia durante l’epoca etrusca che romana. Tuttavia, è nel Medioevo che la città raggiunge il massimo splendore, lasciandoci un centro storico ricco di palazzi medievali e dettagli gotici. Le bifore e gli archi a sesto acuto dei suoi edifici rivelano una tradizione antica, spesso impreziosita da vetri legati a piombo con disegni a rombi o rulli. Ma per ammirare il meglio delle vetrata artistiche di Arezzo, bisogna entrare nel suo Duomo.
Il Duomo di Arezzo e il suo patrimonio artistico
Il Duomo, la Cattedrale di San Donato, fu iniziato nel 1277 e combina elementi romanici e gotici. La facciata in pietra arenaria, ultimata solo nel 1914, si presenta sobria ma maestosa, con decorazioni marmoree concentrate intorno al portale centrale. Al suo interno, il Duomo custodisce capolavori come l’affresco della Maddalena di Piero della Francesca (circa 1460) e il battistero decorato da Giorgio Vasari nel 1548.
Tuttavia, in questo articolo ci concentriamo su ciò che rende unica la cattedrale: le vetrate artistiche di Arezzo, capolavori che narrano storie sacre attraverso luce e colore.
Guillaume de Marcillat: il maestro delle vetrate artistiche di Arezzo
Tra i protagonisti dell’arte vetraria ad Arezzo spicca Guillaume de Marcillat, un maestro vetraio francese nato intorno al 1470. Trasferitosi in Italia, Marcillat si affermò come uno degli interpreti più raffinati dell’arte della vetrata, lavorando per il Duomo tra il 1519 e il 1525.
A lui si devono cinque straordinarie vetrate istoriate nella navata meridionale, che rappresentano episodi biblici come:
Il Battesimo di Cristo
La Vocazione di Matteo
La Resurrezione di Lazzaro
Gesù che caccia i mercanti dal tempio
Cristo e l’adultera
Il Vasari si riferisce alle vetrate di Marcillat come un lavoro di grande maestria che valorizzano le caratteristiche peculiari della vetrata pur avvicinandosi il più possibile agli effetti della pittura coeva. Marcillat che è anche pittore specializzato in affreschi , riesce a vincere questa sfida, mentre un gra numero di pittori fallisce nell’intento, grazie appunto alle sue doti e alla conoscenza sempre rinnovata della tecnica della vetrata.
Le vetrate moderne di Ascanio Pasquini
Oltre alle opere rinascimentali di Guillaume de Marcillat, il Duomo di Arezzo ospita le vetrate moderne del maestro vetraio Ascanio Pasquini, realizzate negli anni ’50. Pasquini, originario di Arezzo, contribuì al rinnovamento della cattedrale con nuove vetrate che sostituirono quelle danneggiate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le creazioni di Pasquini, situate nell’abside, rappresentano una sintesi perfetta tra tradizione e innovazione. Con il loro linguaggio moderno, mantengono viva l’antica arte del vetro, arricchendo il Duomo con una straordinaria armonia di luce e colore.
Le vetrate artistiche di Arezzo non sono solo un patrimonio locale, ma un contributo fondamentale all’arte vetraria italiana.
Vorrei concludere con il particolare che più mi ha colpito della mia visita al Duomo di Arezzo, questo bellissimo volto di Santa Cecilia, dipinto con tale maestria e delicatezza da Marcillat.
Se avete apprezzato questo viaggio alla scoperta delle vetrate aretine, sicuramente apprezzerete anche le vetrate artistiche conservate alla Certosa di Pavia e per chi vuole approfondire ecco la pagina dedicata alla storia della vetrata artistica.